Dal 1763, in piazza della Consolata al numero 5 TORINO nasce "Il Bicerin" piccolissimo caffè storico. È in quell’anno, infatti, che il Com. Dentis apre una piccola bottega, il locale è scuro e arredato semplicemente con tavole e panche di legno. Dentis tra cedrate, limonate e altre bibite propone caffè, tè, cioccolata e ratafia' Il successo del locale fu dovuto a molti fattori, uno dei quali fu l’invenzione di una gustosa evoluzione della bavareisa, una bevanda allora di gran moda e che veniva servita in grossi bicchieri: era fatta di caffè, cioccolato, latte e sciroppo, Negli anni successivi si chiamera' "l' bicerin", un "grog" antenato dell'attuale IRISH COFFE.
Preparazione 1/3 -di caffe' forte zuccherato,meglio con la moka di casa 1/3 -di cioccolata (3 cucchiai da tea di cacao,zucchero Q.B. latte intero portare ad ebollizzione , quindi abbassare la fiamma portandolo alla densita' del miele) . 1/3- di crema di latte il tutto versato in un bicchiere di vetro spesso(a casa in un bicchere da punch col manico di ferro)
Bevanda storicamente interclassista la sorseggiavano madame e le servette, il signore e il cocchiere… donne in nero, scarmigliate e con le mani segnate dal lavoro insieme a signorine dalla pelle diafana riccamente vestite. Tutti uno accanto all’altro, pigiati nell’attesa dell’ambita delizia. Eh già, sono davvero tante le caratteristiche che rendono straordinaria la storia del Caffè Al Bicerin: le microscopiche dimensioni del locale, che non permettevano uno sviluppo su varie sale come succedeva negli altri caffè torinesi, portarono alla compresenza di persone di classi sociali estremamente diverse. Ma evidentemente i bicerin, le cioccolate calde e gli zabaioni erano così buoni che i nobili riuscivano a tollerare la vicinanza con la gente del popolo. E le persone più umili, pur di non rinunciare a uno dei pochi piaceri della loro difficile vita, superavano l’imbarazzo che la loro estrazione suggeriva.Certamente il prezzo del bicerin non doveva essere eccessivo visto che anche le classi meno agiate potevano permetterselo di tanto in tanto. Il prezzo di tre soldi, cioè 15 centesimi di lira, venne mantenuto dalla metà dell’Ottocento fino al 5 dicembre del 1913, quando passò a 20.In un certo senso il Bicerin è stato il primo locale pubblico davvero democratico.
Un tempo, i caffè erano esclusivo dominio maschile: gli uomini ci si ritrovavano per bere, fumare, parlare. Le donne “rispettabili” non potevano frequentare luoghi così poco adatti a loro. Anche in questo il Bicerin si dimostrò ben presto un locale unico: era stato aperto da un uomo, ma la gestione passò subito in mano a delle signore. Il fatto che fosse un locale a conduzione femminile lo rendeva consono per essere frequentato dalle dame. Ma non solo, questa caratteristica diede al locale un’impronta di garbo e delicatezza che ancora oggi si è mantenuta. Dal 1910 al 1975 il locale è stato gestito dalla signora Ida Cavalli, con l’aiuto della sorella e della figlia Olga, nelle cui mani passò il Bicerin quando la mamma si ritirò. Le signore Cavalli sono state molto amate da tutta la città, diventando esse stesse un’istituzione: più padrone di casa che ostesse, amorevolmente accudivano tutti gli intellettuali squattrinati che nel loro Caffè cercavano riparo dai rigori del freddo. Molti di loro divennero poi personalità di grande rilievo, meno male che Ida e Olga Cavalli avevano dato loro un luogo caldo in cui riflettere! Ha raccolto la loro eredità la signora Maritè Costa che con l’aiuto della figlia Eleonora ha fatto restaurare il locale e si è impegnata perché il suo valore venisse riconosciuto a livello nazionale e internazionale.
Turin’s Cafés were once a male preserve, meeting places for merchants and the literati. Bicerin was different: open since 1763, it has always been owned and run by women. In time, it became fashionable for women to take their coffee there after receiving communion at the Santuario della Consolata across the piazza.
(Kieran Cooke – The Financial Time) Ancora oggi guardando il tavolino d’angolo accanto alla vetrina, sotto l’orologio, sembra di vedere il Conte di Cavour. Il giornale in mano, sorseggia un bicerin e ogni tanto abbassa gli occhialetti per guardare la porta della Consolata. È in attesa dell’uscita della famiglia reale, pronto per accompagnare il gruppo sulla via del ritorno. Lo statista artefice dell’Unità d’Italia riflettè probabilmente a lungo sulle sorti del Risorgimento seduto fra queste mura. Ma sono tantissimi i personaggi che hanno varcato la soglia del Bicerin... fin dalla sua nascita numerosi volti noti lo hanno onorato con il loro apprezzamento. Forse Alexandre Dumas padre (che in una lettera parla del bicerin come di una delle cose da non perdere di Torino) incrociò spesso Silvio Pellico in questo locale, visto che lo frequentarono negli stessi anni. Giacomo Puccini ci racconta nelle sue memorie che ogni tanto si faceva quattro passi per venire al Bicerin: abitava nella vicinissima via S. Agostino in una soffitta che egli stesso ammette di aver usato come modello per La Bohème. Chissà che non sia nata proprio a questi tavolini la partitura del suo capolavoro. Anche Friedrich Nietzsche gustava volentieri il bicerin. Fin dal primo incontro era rimasto colpito dalla sua temperatura e pare abbia esclamato “Rovente, ma delizioso”! La regina Maria Josè e Umberto IIpassarono da qui prima di ritirarsi in esilio: per un triste, eppur dolce, addio alla storica capitale. E al Regno.Ma la lista è ancora lunga… Era facile sorprendere Macario davanti a un caldo bicerin, in compagnia di qualche bellezza del palcoscenico o di altri attori, magari Carlo Campanini di ritorno dal set di un film di Totò. Wanda Osiris, devotissima frequentatrice della Consolata, passava spesso dalle luci della ribalta… alle luci soffuse del Bicerin. Questo è anche un luogo amato dagli scrittori, la cosa non stupisce perché la sua atmosfera raccolta favorisce la riflessione e la concentrazione: e infatti fra i clienti ci sono stati i grandi Guido Gozzano, Italo Calvino e Mario Soldati, che fu anche importante regista cinematografico e televisivo.Assidui frequentatori sono ancora tanti protagonisti, italiani e stranieri, del mondo dello spettacolo, dell’arte, della politica e della cultura… non li nominiamo per rispettare il desiderio di una parentesi di tranquillità che cercano ogni volta che siedono ai nostri tavolini per regalarsi qualche minuto di dolceza Many important musicians, politicians and writers met here over the years. But it was more than a meeting place, it was a place to keep warm because so many of them were poor intellectuals living in very cold homes.
It’s hard to believe the café hosted key intellectuals, who were responsible for some of Italy’s most historic events.
(Jo McKenna – Italy Down Under- The National Magazine of Italian Australian affairs and culture) Note storiche tratte dal sito:http://www.bicerin.it/ita/prodotti/tavolo.html
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Conoscevo la ricetta, ma non il locale e la sua storia! :) Interessante! Non mi ero mai chiesto quando e come fosse nato sto bicerin, ma trovai la ricetta su un libro di cucina e da allora ogni tanto me ne sparo uno! :D
RispondiEliminaC'e' anche un liquore che io ho in casa si chiama il bicerin,ottimo dopo cena con un gianduiotto sull'etichetta e lo stemma dei Savoia
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