Il movimento cooperativo ha fatto innegabilmente parecchia strada, ma ha perso, nel contempo,la spinta propulsiva degli inizi della sua storia. È diventato un elemento determinante nell'economia tardo-capitalista, ma ha smarrito nelle pieghe della sua espansione le speranze di progresso sociale, di emancipazione, di libertà, che un tempo aveva saputo realizzare.
Un grande movimento, dalle origini così nobili, non vive solo nella propria potenza economica. Ha bisogno anche di una giustificazione ideale, di una "filosofia" con cui presentarsi in pubblico per chiedere apprezzamento e consenso.
I soci, si afferma, si trovano ad essere accomunati da un medesimo interesse, e possono quindi partecipare paritariamente all'organizzazione della produzione: il mutualismo garantisce la diffusione tra i soci dell'attività imprenditoriale, il che permette nei fatti, anche se non programmaticamente, la loro autogestione. Perché una tale impostazione sia valida, è per lo meno necessario, oltre ad una verifica della dichiarata "uguaglianza" tra i soci, che i soci stessi siano le uniche figure presenti all'interno delle cooperative.
In effetti, i moderni teorici della cooperazione tendono spesso a "scontornare" la figura del socio dal contesto generale in cui è inserita, in modo da farla apparire come preminente: le cooperative sono fatte di soci, quindi l'organizzazione della produzione non può essere che funzione, espressione, del loro associarsi, quali che siano le modalità tecniche con cui viene esercitata. Anche quando si ammette che tale situazione ideale non è sempre pienamente realizzata, e si riconosce la necessità di migliorare la qualità della partecipazione sociale alla vita dell'impresa, la struttura cooperativistica è comunque considerata adatta all'accoglimento di queste istanze autogestionarie: una struttura certamente imperfetta, ma perfettibile, che può essere utilizzata nel suo insieme, per la costruzione di quell'autogestione "concreta".
Tutto ciò è ben lungi dall'essere vero. Al contrario, è nostra opinione che la struttura attuale della cooperazione sia esattamente antitetica all'autogestione.
Che linguaggio forbito.
RispondiEliminaHo fatto il 68' ragazzo!!!!
RispondiEliminaahahahah bellissimo lo scambio di commenti Beppe. :D
RispondiEliminaOi, sto blog lo stai trasformando piano piano... Ora anche il meteo e l'orologione super crono! :D
Alla faccia del capitalismo!
L'agenda antivirus non l'hai vista?Clikkagli sopra e ti si aprono orizzonti paralleli.
RispondiEliminaeh la madona... :D per dirla alla Pozzetto!
RispondiEliminaNon si vive di solo pane.....
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